giovedì 20 settembre 2012

La psicosi della massaia

Oggi stavo leggendo un libro di S. Freud: Psicopatologia della vita quotidiana e mi sono imbatuta sul concetto di psicosi della massaia. Freud usa la psicosi della massaia per descrivere i lapsus, più preciso la dimenticanza dei nomi. A illustrare questo concetto è Sandor Ferenczi, psicologo e collaboratore di Sigmund Freud. Secondo Ferenczi la dimenticanza dei nomi può manifestarsi anche come un sintomo isterico. "Ho attualmente in cura una paziente, una signorina anziana, che non sa ricordare nemmeno i nomi propri più comuni e a lei meglio noti, pur avendo per altro buona memoria. L'analisi ha messo in chiaro che con questo sintomo la paziente vuole documentare la propria ignoranza. Questa ostentazione di ignoranza però è in realtà un rimprovero mosso ai genitori che le negarono un'istruzione scolastica superiore. Anche la sua tormentosa ossessione di pulizia ('psicosi della massaia') proviene in parte dalla stessa fonte. Essa vuole
dire pressappoco cosi: 'Voi avete fatto di me una serva.' "
In conclusione la psicosi della massaia è la manifestazione di una frustrazione, la condensazione di un rimprovero mai fatto verbalmente. L'ossessione per ogni cosa leggermente fuori posto è la rappresentazione di un rimprovero che in questo caso cambia destinatario " non ho mai studiato, non sono colta ma voi non sapete essere ordinati, non siete migliori di me". "Io non mi ricordo, non sono intelligente, non ho mai studiato come avete fatto voi, sta a voi dire cos'è quella cosa." Questi sono i rimproveri trasmessi dai sintomi che una persona con psicosi della massaia presenta.
Per quanto possiamo trovare irritante il comportamento di una persona afflitta da questo tipo di psicosi non dobbiamo dimenticare che aiutando queste persone possiamo migliorare la qualità di vita di numerevoli altre persone.
Un adeguato supporto sociale in grado di rassicurare la persona interessata è il miglior metodo per sconfigere questa nevrosi.

Bibliografia:
Sigmund Freud - Psicopatologia della vita quotidiana; BUR rizzoli classici del pensiero, 2010, pagina 54-55

Io ed Ovidiu

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